UN BEL FUMETTOse mi si facesse la domanda: "ma tu leggi di tutto"? risponderei di sì. se un mio amico mi propone un fumetto mai prima da me sfogliato, non gli nego una letta. do a tutti una possibilità. tuttavia se mi si chiedesse: "ti piace di tutto?" allora replicherei di no. non tutto il fumetto di oggi è di qualità, e se in un mercato come quello di oggi dei baloons si vive una atmosfera di pieno rilancio, con centinaia di nuove testate che compaiono ogni anno, parimenti non si può affermare che tutto il materiale sia pregevole. non voglio certo avere la pretesa di intavolare un (peraltro sterile, noioso) dibattimento sui pro e contro di questo fenomeno, e pertanto non lo farò.

mi permetto solo di dire che oggi tra le tante letture è difficile trovare qualcosa di bello. e qui veniamo a dylan dog. primo amore della mia rinata cotta per i fumetti (sopita fin dai tempi delle medie), dylan mi ha insegnato il piacere di tornare in edicola, trepidare per il numero che deve uscire, andare a caccia degli arretrati. che passione! smaltita la sbornia post-indigestione seguita alla colossale scorpacciata bonelliana che mi portò a collezionare in un paio di anni - gli ultimi delle superiori - tutta la serie dell'indagatore dell'incubo, ho cominciato ad essere più critico verso quello che leggevo. a mio avviso, dylan dog ha affrontato un paio di anni non proprio gloriosi, con mancanza di idee a tutto spiano. solo a sprazzi, qualche colpo di genio. senza dilungarmi, ritengo che questo eroe cartaceo stia tuttora vivendo un periodo di magra. questo non mi impedisce di ritenere il gran bastardo un episodio godibilissimo, se non davvero bello. in questo numero (in edicola il mese di agosto, n° 239) de nardo tira fuori dal cilindro una vera perla: storia semplice, ma in un climax lungo tutto il fumetto siamo portati a vivere l'ansia assieme a dylan dog, i suoi sospetti. ritengo sempre che ciò che si avverte ma non si vede spaventi di più del mostro terrificante apparso dal nulla.. e questo è un thriller psicologico riuscitissimo, a mio parere.